Just another WordPress.com site

il messaggio del reggae

Luciano – Il Messaggero del Reggae

Abbiamo incontrato Luciano, il cui vero nome è Jepther McClymont. Nato a Davey Town (Manchester) in Jamaica nel 1974, è sulla scena musicale reggae dall’inizio degli anni ‘90, e la sua esperienza e le sue canzoni gli hanno attribuito l’appellativo di “The Messanger”, colui che ha reso possibile la rinascita Rasta nella musica reggae. E’ uno dei più apprezzati cantanti solisti, l’artista reggae che rappresenta una perfetta sintesi tra l’ approccio “spirituale” (il suo stile sconfina spesso nel “gospel” più puro) e la gioia ed il divertimento nel ballo e nell’ascolto della musica, entrambi tipici della cultura jamaicana.

 

Cosa pensi del nuovo movimento musicale delle dance, e come interpreti il fenomeno dei sound clash?

Credo che sia lo specchio della società: è ciò che la gente vuole; può sembrare alienante, ma è una valvola di sfogo per molti giovani. Sta a noi cercare di trasmettere un messaggio positivo.

Le tue canzoni sono piene di messaggi di tolleranza ed amore come del resto lo è la musica reggae. Cosa pensi del diffondersi di questa nuova ondata di razzismo ed omofobia trasmessa dai testi di alcuni autori?

Penso che sia quello che la società vuole incoraggiare; personalmente non penso e non posso incoraggiare tali dinamiche, perchè sono riuscito a mantenere la mia integrità passo dopo passo ed i nuovi ragazzi dovrebbero fare lo stesso, senza farsi imbrigliare dal messaggio che la società gli propina. Si dovrebbero educare le persone con messaggi di unità e altruismo, ad industriarsi, ed avere più consapevolezza e stima di se stessi. Queste sono le cose su cui dovremmo concentrarci. Lasciamo che la fiamma bruci, e soprattutto lasciamo il giudizio a Jah, e intanto diffondiamo messaggi di pace e prosperità.

Pensi che il messaggio del vecchio reggae si stia perdendo?

Durante gli anni ho visto nascere le fondamenta della musica reggae con Bob Marley, Markus Garvey, Burning spear, Dennis brown. Non importa di quale generazione si parli, ne se quelle a venire si perderanno. Il roots reggae possiede radici profonde che non si perderanno; io non mi arrendo, la musica non parla di “Ragioni Gangster” la Musica è per l’unità e per l’aggregazione delle persone.

2

Quando sono stato in Jamaica l’ultima volta, nel 1994, ho avvertito la sensazione che qualcosa stava cambiando, e non in meglio… Cosa è cambiato da allora, soprattutto in materia di diritti umani?

C’è una cosa da dire: la Jamaica è conosciuta come una grande combattente per la libertà ! Ricordiamo che B. Marley, M. Garvey, B. Spear sono stati tutti ambasciatori per la causa della libertà, tenevano la gente concentrata sui propri ideali. Ora invece stiamo attraversando una fase di grandi cambiamenti culturali ed economici. Ed è proprio in questa fase che ci vuole maggiore unità e solidarietà, per riuscire a costruire un futuro migliore ed un regno di unità.

Coltivi o hai mai coltivato Marijuana?

Personalmente non ho molto tempo da dedicare alla coltivazione, ma ho molti amici contadini che lo fanno, e fumo quella coltivata da loro, essi conoscono questa arte meglio di chiunque altro.

Quale Strain preferisci?

Eh eh eh eh, bella domanda… sicuramente tra le mie preferite c’è la Purple Haze, ma anche Alaska e Skunk.

Come saprai in Italia c’è il proibizionismo che ci affligge, almeno fino ad ora… dai alcuni suggerimenti ai nostri lettori e a chi, per il piacere di coltivare questa sacra panacea, o ne ha bisogno per curarsi, rischia ancora dai 2 ai 25 anni di carcere…

Non posso far altro che incoraggiarli a coltivarla. Coltivatela! Non fatevi intimidire, mettete i semi. Conosci il grande concetto di Madre natura, è semplice: crescere i suoi frutti e nutrirsene, quindi NEVER GIVE UP THE FIGHT, ALL IN FRONT OF THE FEAR, RASTAFARAI! Ciao Dolce Vita…

3

 

Gli italiani sono un popolo di grandi spreconi. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc) per l’anno appena trascorso. Gli sprechi alimentari del 2010 hanno visto gettare nella spazzatura in media 454 euro, pari all’8% della spesa totale di ogni famiglia. Rispetto al 2009 gli sprechi alimentari sono calati del 13,4% ma tuttavia la media è ancora alta. Come ha commentato Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc

E’ positivo che le famiglie stiano imparando a sprecare sempre meno, nel 2010 sono stati buttati nel cassonetto 454 euro contro i 515 euro del 2009, per un risparmio di 61 euro un calo complessivo del 13,4%, con punte del 17,6% durante le Feste. Nel 2009 lo spreco mensile era pari a 33 euro, lo scorso anno è sceso a 29 euro. I consumatori, complice la crisi e grazie anche ai consigli dell’Adoc, hanno assunto maggiore consapevolezza, tuttavia gli sprechi rimangono alti, sono necessari ulteriori sforzi per ridurre drasticamente la percentuale di cibo sprecato da parte delle famiglie.

Gli sprechi alimentari per il 35% dei casi sono prodotti freschi con scadenza a breve termine: pane che viene sprecato per il 19% dalle famiglie italiane, frutta e verdura che finiscono nella spazzatura nel 16% dei casi. Salgono gli sprechi dei generi alimentari in busta e degli affettati, spesso la causa è nell’acquisto generico.

Dallo scorso anno si sono livellati anche gli sprechi dei prodotti di marca (46%) e di quelli non di marca (54%). Aumentano gli sprechi dei prodotti non necessari, forse si potrebbe spendere e spandere meno per vivere comunque bene, come mostra l’esempio di una famiglia inglese che ha raccolto la spazzatura di un anno intero in un unico sacchetto. Risparmiare non significa privarsi di alcuni beni ma semplicemente vivere limitando gli sprechi e dosando con saggezza le risorse. Spesso anche i metodi di vendita e gli sconti dei grandi negozi di distribuzione favoriscono gli sprechi, come spiega Carlo Pileri

 

Oggi si spreca sia per comprare un prodotto richiesto dal figlio o dal nipote, magari attratto dal regalo allegato, che poi non mangia l’alimento, sia perché attirati dalle offerte promozionali, quali ad esempio il 3 x 2, che con l’illusione di risparmiare ci spingono all’acquisto di un quantitativo di prodotto superiore al necessario. Altro problema sono le confezioni: come può ad esempio un anziano che vive solo consumare in pochi giorni un litro di latte? Le confezioni da mezzo litro ormai non esistono quasi più. Come non esistono i prodotti pronti monoporzione, che obbligano chi vive da solo a dover spendere e sprecare di più della classica famiglia di quattro persone. Considerando il crescente aumento dei nuclei famigliari singoli, è un problema che non va sottovalutato.

 

vivere ecologico

Il cambiamento climatico preoccupa ormai tutti, ed è per questo che, per usare un’espressione americana, tutti vogliono Going Green, cioè imparare e vivere ecologico. Siamo contenti che la coscienza verde si stia diffondendo, ma sappiamo anche che non sono in molti ad avere le idee chiare su questo.

Una delle cose positive del vivere ecologico è che la maggior parte delle attenzioni all’ambiente possono contemporaneamente fermare i cambiamenti climatici e renderci la vita migliore, facendoci risparmiare anche un bel po’ di soldi. Continuate a leggere per scoprire dieci semplici mosse che potete fare già da oggi per ridurre il vostro impatto ambientale, risparmiare denaro, e vivere più felici e più sani.

1) Risparmiare energia per risparmiare denaro. Questo semplice concetto può essere realizzato impostando il termostato di qualche grado più basso in inverno (non occorre dover girare per casa in cannottiera) e poco più alto in estate; sostituendo le lampadine ad incandescenza con quelle fluorescenti compatte che vi fanno risparmiare denaro in bolletta e producono molto meno calore; scollegando gli elettrodomestici quando non si utilizzano; lavando i vestiti in acqua fredda, quando possibile; ed infine stendendo i panni su un filo o uno stendino piuttosto che inserirli nell’asciugatrice che consuma una quantità impressionante di energia elettrica.

2) Risparmiare l’acqua. Come? Facendo docce più brevi, così da tagliare il consumo di acqua e di elettricità; installando una doccia a basso flusso o i dispositivi che riducono il flusso anche dai rubinetti; e seminando nel proprio giardino solo piante locali che non hanno grandi necessità d’acqua.

3) Risparmiare sulla benzina. Vai a piedi o in bicicletta al lavoro. Ciò consente di risparmiare sul carburante e il parcheggio, migliorando al contempo la salute cardiovascolare e riducendo il rischio di obesità. Prendi in considerazione il telelavoro se vivi lontano dall’ufficio, oppure trova un’abitazione più vicina a dove lavori. Anche se l’affitto è superiore, si risparmia sui costi per lo spostamento.

4) Mangia in modo più intelligente. Se mangiate carne, aggiungere un pasto senza carne a settimana. La carne costa molto in termini di denaro e per i relativi costi ambientali e sanitari. Ma se non ne puoi fare a meno, acquista quella prodotta a livello locale, così come i latticini e tutti i derivati biologici. Qualunque sia la vostra dieta, mangiate cibi che si trovano in basso nella catena alimentare. Sono più disponibili e meno costosi.

5) Evita l’acqua in bottiglia. Utilizzare un filtro per l’acqua per purificare l’acqua del rubinetto invece di acquistarla in bottiglia. Si risparmia denaro e si evita di generare grandi quantità di rifiuti. Porta con te una bottiglia riutilizzabile, preferibilmente non in plastica, in viaggio o al lavoro.

 

6) Pensa prima di acquistare. Acquistando online si trovano prodotti nuovi o di seconda mano ma come nuovi a prezzi inferiori, riducendo la quantità di rifiuti che finiscono in discarica. A volte si trovano anche oggetti gratis derivanti da gente che deve liberare l’appartamento per un trasloco o negozi che vogliono liberarsi dei costosi residui di magazzino.

7) Prendere in prestito invece di comprare. Prendere in prestito dalle biblioteche i libri e i film invece di acquistarli è più economico e riduce il consumo di carta, plastica, inchiostro, ecc. Condividi utensili elettrici e altri apparecchi con i vicini per evitare di acquistare oggetti che per la maggior parte dell’anno rimangono inutilizzati in garage.

8 ) Acquista intelligente. Acquista in grandi quantità qualsiasi oggetto che sai acquisterai spesso per risparmiare sull’imballaggio. Acquista abiti che non hanno bisogno di essere lavati a secco per evitare di comprare anche costosi e inquinanti prodotti chimici; investi sull’alta qualità, cioè su prodotti di lunga durata. È possibile pagare di più adesso che acquistare (e gettare) tanti prodotti uguali più economici ma meno duraturi.

9) Non gettare i rifiuti elettronici. Fai durare il telefono cellulare, computer ed altri dispositivi elettronici il più a lungo possibile. Donali o riciclali responsabilmente quando sarà il momento di liberarsene per evitare che le sostanze tossiche di cui sono composti diventino un problema ambientale. Chiedi al tuo comune dove e come riciclare le componenti elettroniche pericolose.

10) I prodotti per la pulizia personale possono essere fatti in casa. In questo modo non produrrai rifiuti tossici e potrai averli a portata di mano ogni volta che vorrai. Tutto ciò che serve sono pochi semplici ingredienti come bicarbonato, aceto, limone e sapone. Per la procedura clicca qui.

 

Robert Nesta Marley detto Bob (Nine Mile, 6 febbraio 1945Miami, 11 maggio 1981) è stato un cantautore, cantante, chitarrista reggae giamaicano.

È generalmente identificato con il genere musicale reggae, che peraltro lo rese popolare fuori dalla Giamaica. In riconoscimento dei suoi meriti, un mese dopo la morte fu insignito del prestigioso Jamaican Order of Merit. Molte delle sue canzoni parlano infatti delle lotte dei poveri e degli emarginati dal potere.

La sua attività ha inizio nel 1964 suonando egli nella band The Wailers; dopo lo scioglimento della band avvenuto nel 1974 suona come Bob Marley and The Wailers .

Biografia

Bob Marley nacque a Nine Mile, nella parrocchia civile di Saint Ann, in Giamaica, nel 1945 da padre britannico e madre giamaicana.

Nella sua breve esistenza ha avuto il merito di portare alla ribalta planetaria il Reggae, genere musicale nato dal mischiarsi dello ska, originario dell’isola caraibica, con la musica e la cultura africane patrimonio degli schiavi arrivati durante la colonizzazione inglese.

Con i suoi Wailers, band composta tra gli altri da Peter Tosh, suonò ovunque in giro per il mondo. Nella sua musica si sente la lotta contro l’oppressione politica e razziale e la voglia di unificare tutti i popoli di colore come unico modo per raggiungere la libertà, l’equità di diritti.

L’aspetto politico della sua vita è stato, se possibile, molto più importante di quello artistico. Marley divenne un leader politico, spirituale e religioso. Nel 1978 gli fu conferita, a nome di 500 milioni di Africani, la medaglia di pace dalle Nazioni Unite. Nello stesso anno riunì, durante un suo concerto, tutte le diverse fazioni che si combattevano nei sobborghi di Kingston.
La gratificazione maggiore la ottenne nel 1980 quando venne invitato a partecipare alla celebrazione dell’indipendenza dello Zimbabwe.

Le origini

Robert Nesta Marley nacque nel villaggio di Rhoden Hall situato ai piedi della collina di Nine Miles, nella regione di St. Ann’s Bay, nella Giamaica settentrionale, si presume il 6 febbraio 1945[2], anche se non si è pienamente sicuri. Suo padre, Norval Sinclair Marley, era un giamaicano bianco di discendenza inglese, nato nel 1895 da genitori originari del Sussex. Norval era un capitano della marina, oltre che un sovrintendente delle piantagioni, quando sposò Cedella Booker, all’epoca diciottenne giamaicana di colore.

La loro relazione provocò subito uno scandalo, la famiglia di Marley, scoperta l’unione tra Norval e Cedella, decise di allontanare e diseredare il figlio. In un primo momento Norval provvedeva al sostentamento economico della moglie e del figlio, sebbene li vedesse raramente, essendo spesso in viaggio. Poi però prese la decisione di abbandonare Cedella, così nel 1944 lasciò la sposa e partì definitivamente per Kingston senza dare alla moglie il nuovo indirizzo, così Cedella sarebbe rimasta da sola senza sostentamento e incinta. I due si sarebbero rivisti solo una volta in occasione della nascita di Bob[2]. Bob aveva appena 10 anni quando il padre morì a causa di un infarto nel 1955, all’età di 60 anni.

Cedella nonostante tutto non colpevolizzò il marito, dichiarando[3]:

« Resterà un buon uomo, costretto ad agire male dalla sua famiglia e dalle regole della società »
(Cedella Booker)

Bob, invece, conserverà sempre un senso di rifiuto verso il padre[4]:

« Non ho avuto padre. Mai conosciuto… Mio padre era come quelle storie che si leggono, storie di schiavi: l’uomo bianco che prende la donna nera e la mette incinta »
(Bob Marley)

Robert fu vittima di pregiudizi razziali da giovane, a causa delle sue origini razziali miste, ed affrontò la questione della sua identità razziale durante tutta la sua vita. Una volta disse:

« Io non ho pregiudizi contro me stesso. Mio padre era bianco e mia madre era nera. Mi chiamano mezza-casta, o qualcosa del genere. Ma io non parteggio per nessuno, né per l’uomo bianco né per l’uomo nero. Io sto dalla parte di Dio, colui che mi ha creato e che ha fatto in modo che io venissi generato sia dal nero che dal bianco. »

Agli inizi degli anni cinquanta Cedella decise di lasciare Rhoden Hall per andare in città: all’inizio il padre Omeriah si oppose con decisione ma successivamente prese atto della forte volontà della figlia di trasferirsi. Le suggerì soltanto, per il bene di suo figlio, di far terminare a Bob la scuola a Rhoden Hall[5]. Intanto la madre si trasferiva a Trenchtown, un sobborgo di Kingston, la capitale della Giamaica, e Bob l’avrebbe raggiunta due anni dopo, all’età di 12 anni. Degrado e disperazione caratterizzavano quella parte della città, le condizioni di Trenchtown sarebbero state descritte da Bob in questo modo[6]:

« Trenchtown non è in Giamaica, Trenchtown è ovunque, perché è il luogo da cui vengono tutti i diseredati, tutti i disperati, perché Trenchtown è il ghetto, è qualsiasi ghetto di qualsiasi città… E se sei nato a Trenchtown, non avrai la benché minima possibilità di farcela »
(Bob Marley)

Anche qui, come negli slum di Kingston, nascevano sentimenti di rivolta verso il sistema da parte dei giovani neri che vivevano ai margini della società: i rude boys, giovani afrocaraibici che manifestano il loro dissenso verso la cultura e l’ordine attraverso il rifiuto del lavoro e la conduzione di una vita fatta di espedienti, compiendo bravate provocatorie e piccoli crimini[5]. Gli ideali anti-sistema saranno caratteristici più tardi del movimento Rasta, che non assumerà, però, connotazioni così violente[5]. Marley comunque non si avvicinò a questi giovani, però non mancò di tentare di allontanarli dalla violenza e dal loro atteggiamento negativo con i testi di alcune delle sue canzoni[5]. Nel 1967 Marley si convertì dal Cristianesimo al Rastafarianesimo. Fu costretto ad imparare l’autodifesa, dato che fu vittima di ripetuti episodi di bullismo, causati sia dalla sua origine razziale, sia dalla sua statura sotto la media (era alto 163 cm). Riuscì quindi a guadagnarsi una reputazione a causa della sua forza fisica, che gli portò il soprannome di “Tuff Gong”.

Esordi musicali

Bunny Livingston nel 2008

A 15 anni il giovane Bob lasciava la scuola e iniziava a lavorare come elettricista; strinse anche una grande amicizia con Neville O’Riley Livingston, “Bunny” per gli amici, che viveva con suo padre Thaddeus Livingstone e i suoi otto fratelli in Second Street, vicino a Bob e sua madre. Bunny lo iniziò alla musica e al canto: lo fece partecipare a canti religiosi, lo introdusse nel mondo degli strumenti a corda e gli fece ascoltare i successi del momento attraverso un’emittente di New Orleans[7].

La formazione musicale di Marley avvenne in questo contesto di povertà. Bunny si arrangiava, non aveva i mezzi per comprare una chitarra né una buona radio così per costruire qualcosa con le sembianze di una chitarra ricavava la cassa di risonanza da una corteccia intagliata, un manico di bambù per l’impugnatura e dei fili elettrici come corde[8]. Questo però non impedì ai due amici di entrare in contatto con il mondo della musica infatti, grazie a un vecchio apparecchio radiofonico, riuscirono ad ascoltare il Rhythm & Blues di gruppi come gli Impressions, Ray Charles e anche Elvis Presley. Con questo mix Bob si creava la sua cultura musicale[7].

Nel loro tempo libero, Bob e Bunny suonavano con Joe Higgs, un cantante locale e devoto Rastafari, che viene riconosciuto da molti come mentore di Bob. Durante una jam session con Higgs e Livingston, Marley incontrò Peter McIntosh, più tardi conosciuto come Peter Tosh, il quale aveva ambizioni musicali simili.

Nel 1962, all’età di 16 anni, Bob registrò i suoi primi due singoli, Judge Not e One Cup of Coffee, con il produttore musicale del luogo, Leslie Kong. Questi dischi, che furono pubblicati dall’etichetta Beverley’s sotto lo pseudonimo di Bobby Martell, attirarono poco l’attenzione del mercato.

Nel 1963 Bob Marley, Bunny Livingston, Peter Tosh, Junior Braithwaite, Beverley Kelso e Cherry Smith fondarono un gruppo ska e rocksteady chiamato “The Teenagers”; più tardi, il nome fu cambiato in “The Wailing Rudeboys”, quindi in “The Wailing Wailers“; nel 1966 Braithwaite, Kelso e Smith lasciarono la band, che modificò il nome in quello di “The Wailers“. Nel 1974, dopo l’uscita dalla band di Peter Tosh e di Bunny “Wailer” Livingston, per intraprendere carriere da solisti, Marley suonò assieme ad altri musicisti, tra i quali Chaltron “Charly” Barret alla batteria, Aston “familyman” Barret al basso, Al Andersonn e Junior Marvin alle chitarre, Alvin “seeco” Pattersonn alle percussioni e le coriste “I threes” Judy Mowatt, Marcia Griffiths e la moglie Rita Andersonn sotto il nome di “Bob Marley and The Wailers”. Nel corso di tali session si ebbe anche l’inserimento di altri musicisti nella sezione fiati quali Vin Gordon al trombone e Glen Da Costa al sax.

I primi successi

Haile Selassie I, figura centrale della religione Rastafari

Marley divenne quindi il leader del gruppo, il cantante, e l’autore della maggior parte dei testi. La maggior parte dei primi lavori del gruppo, incluso il primo singolo Simmer Down, fu prodotto da Coxsone Dodd allo Studio One. Simmer Down raggiunse l’apice delle classifiche Giamaicane nel 1964 e i Wailers vennero proposti come miglior gruppo nazionale. Proseguirono con canzoni come “Soul Rebel” e “400 Years“.

Nel 1966 Bob Marley sposò Alpharita Costancia Anderson, conosciuta di seguito come Rita Marley, una componente delle I Threes (Rita Marley, Marcia Griffiths e Judy Mowatt) coriste del gruppo. Da lei ha avuto tre dei suoi tredici figli (due adottati dalla precedente relazione di Rita, tre avuti con la stessa, e altri 8 con altre donne), tra i quali David, Ziggy Marley, Stephen Marley e Damian Marley che continuano la tradizione della musica del padre con la loro band, i Melody Makers.

Dopo il matrimonio, la coppia si trasferì per alcuni mesi nella residenza della madre di Bob a Wilmington, nel Delaware. Dopo essere tornato in Giamaica, Bob aderì al movimento Rastafariano e cominciò a sfoggiare i suoi caratteristici dreadlock. Dopo un litigio con Dodd, Bob Marley e il resto del gruppo si uniscono alla band di Lee “Scratch” Perry, The Upsetters. Sebbene la collaborazione sia durata meno di un anno, molti ritengono che la produzione migliore dei Wailers si concentri in questo periodo. Marley e Perry si separarono dopo una disputa sui diritti di registrazione, ma rimasero amici e lavorarono ancora insieme.

Tra il 1968 e il 1972 Bob e Rita Marley, Peter McIntosh e Bunny Livingston produssero un re-cut di alcune vecchie canzoni per la JAD Records a Kingston e a Londra, nell’intento di esportare il sound dei Wailers. Più tardi, Livingston confessò:

“quelle canzoni non avrebbero mai dovuto essere pubblicate su un album… erano solo delle demo da fare ascoltare a delle case discografiche…”[senza fonte]

Il primo album dei Wailers, Catch a Fire, fu pubblicato su scala mondiale nel 1973, riscuotendo successo. Fu seguito l’anno dopo da Burnin’, che conteneva le canzoni “Get Up, Stand Up” ed “I Shot the Sheriff” di cui Eric Clapton produsse una cover, contribuendo ad elevare il profilo internazionale di Bob Marley.

I Wailers si sciolsero nel 1974, quando ognuno dei tre componenti fondamentali provò a continuare la propria carriera come solista. Le ragioni dello scioglimento affondano tuttora nel mistero. Qualcuno asserisce che ci fosse disaccordo tra Marley, Tosh e Livingston riguardo le performance, altri pensano semplicemente che Bunny Wailer e Peter Tosh preferissero a tal punto lavorare da solisti.

Successo solista e consacrazione internazionale

La stella dedicata a Bob Marley sulla Walk of fame a Hollywood

Nonostante lo scioglimento, Bob Marley continuò a suonare sotto il nome di “Bob Marley & the Wailers”. I nuovi componenti della band di supporto erano i fratelli Carlton e Aston Barrett, detto “Family Man”, rispettivamente alla batteria e al basso, Junior Marvin e Al Anderson alla chitarra, Tyrone Downie e Earl Lindo detto “Wya” alle tastiere, Alvin Patterson “Seeco” alle percussioni. Le “I Threes” composte da Judy Mowatt, Marcia Griffiths e dalla moglie di Bob, Rita, all’accompagnamento vocale.

Nel 1975 Bob Marley irruppe sul mercato internazionale con il suo primo storico singolo, “No Woman, No Cry“, dall’album Natty Dread. Questo fu seguito dal successo del 1976, Rastaman Vibration, che rimase per ben quattro settimane nella top ten di Billboard Charts negli Stati Uniti.

Nel dicembre 1976, due giorni prima di “Smile Jamaica“, un concerto organizzato dal primo ministro della Giamaica, Micheal Manley, allo scopo di alleggerire le tensioni tra i due gruppi politici in guerra, Bob, la moglie Rita e il loro manager Don Taylor subirono un attacco da parte di un gruppo armato composto da ignoti nella residenza di Bob. Taylor e Rita riportarono ferite gravi, che però furono curate completamente. Bob riportò solo delle ferite lievi al petto e al braccio. Si ritiene che tale attacco fosse stato causato da motivi politici, essendo visto il concerto come un modo di supportare il primo ministro Manley. Nonostante tutto, il concerto si tenne e Bob Marley si esibì come in programma. Quando gli fu chiesto perché avesse cantato quella sera egli rispose:

“Perché le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero… Come potrei farlo io?!”

Bob Marley si trasferì dalla Giamaica in Inghilterra nel 1976, dove registrò gli album Exodus e Kaya. Exodus rimase nelle classifiche inglesi per ben 56 settimane consecutive. Includeva singoli come Exodus (canzone che si basa su un solo accordo, il la minore), “Jamming“, “One Love“, “Three little birds” e “Waiting in Vain“.

In Inghilterra, Marley fu arrestato per possesso di piccole quantità di cannabis, mentre viaggiava verso Londra.

La malattia. La morte

Marley nel 1977.

Nel luglio 1977, Marley si trovò con una ferita nell’alluce destro, che lui pensava fosse causata da un incidente durante una partita di calcio. Successivamente durante un’altra partita di calcio l’unghia dell’alluce si staccò. Solo a quel punto fu fatta la diagnosi corretta. Marley aveva una forma di melanoma maligno alla pelle che cresceva sotto l’unghia dell’alluce. Gli fu consigliato di amputare l’alluce, ma egli rifiutò le cure anche a causa della sua religione (Rastafarianesimo) secondo cui il corpo umano deve rimanere “integro”.

Nel 1978 Bob Marley organizzò un nuovo concerto politico in Giamaica, dal nome One Love Peace Concert, sempre nel tentativo di arrestare l’ostilità tra i due partiti in guerra. Su espressa richiesta di Marley, i due leader rivali, Michael Manley ed Edward Seaga si incontrarono sul palco e si diedero la mano.

Nel 1979 fu invece prodotto un album pregno di significati politici, Survival, contenente canzoni come Zimbabwe, Africa Unite, Wake Up and Live e Survival, che riportavano l’attenzione di Marley alle sofferenze dei popoli africani. Agli inizi del 1980 fu invitato alle celebrazioni del 17 aprile per la indipendenza dello Zimbabwe.

Nel 1980 il disco Uprising segna la fine della produzione di Bob Marley. Si tratta di un disco pregno di significato religioso, che contiene singoli come Redemption Song e Forever Loving Jah. Ed è proprio in Redemption Song che Marley cantò:

(EN)

« Emancipate yourselves from mental slavery, no one but ourselves can free our minds… »
(IT)

« Emancipate voi stessi dalla schiavitù mentale, nessuno a parte noi stessi può liberare la nostra mente… »
(Redemption Song)

Il cancro, nel frattempo, si estendeva dalla pelle dell’alluce destro al cervello, ai polmoni, al fegato e allo stomaco. Dopo aver concluso una trionfale tournée estiva in Europa suonando anche in Italia (il 27 giugno 1980 allo Stadio Meazza di Milano, di fronte a 100.000 spettatori, ed il giorno seguente in un altrettanto gremito Stadio Comunale di Torino) Marley tornò negli USA e portò a termine le prime date del programma. Dopo 2 concerti al Madison Square Garden di New York però Marley ebbe un collasso facendo jogging al Central Park. Il 23 settembre 1980 Bob tenne il suo ultimo concerto allo Stanley Theater a Pittsburgh. Dopo l’evento, Bob si recò a Monaco, in Germania, per un consulto medico dal dottor Josef Issels, specializzato nel trattamento di malattie in fase terminale. Il tumore era però troppo esteso per essere trattato.

Un ulteriore peggioramento si avvertì nel volo di ritorno dalla Germania verso la Giamaica. Il volo fu quindi deviato in direzione di Miami, ove Bob venne ricoverato presso il Cedar of Lebanon Hospital, dove morì la mattina dell’11 maggio 1981. Le ultime parole di Bob furono rivolte al figlio Ziggy Marley: “Money can’t buy life” (“i soldi non comprano la vita”).

Bob Marley ricevette funerali di stato in Giamaica, con elementi combinati dei riti delle tradizioni dell’ortodossia etiopica e Rastafari (lo stesso Hailé Selassié, considerato il Messia dalla religione Rastafari, era rimasto sempre devoto alla Chiesa ortodossa etiopica). Fu sepolto in una cappella vicino al suo luogo di nascita, insieme alla sua Gibson Les Paul “Solid Body”, il suo pallone da calcio, una pianta di marijuana e i suoi semi, un anello che indossava ogni giorno, donatogli dal principe etiope Asfa Wossen e una Bibbia. Un mese dopo i funerali, fu riconosciuto a Bob Marley il Jamaican Order of Merit[9].

Bob Marley morì senza fare testamento.

L’eredità

Graffito di Steve Brogdon del 1992, ritraente Bob Marley

Nel 1983 viene pubblicato un album postumo dal titolo Confrontation, che contiene canzoni e materiale registrato durante la vita del cantante, che comprende la celebre Buffalo Soldier.

Nel 1994 viene inserito nella Rock and Roll Hall of Fame.

Nel 2001 Bob Marley è stato insignito del premio Grammy alla carriera. Sempre del 2001 è il documentario Rebel Music, che ripercorre la sua vita.

Nell’estate del 2006 la città di New York ha nominato una porzione di Church Avenue che va da Ramsen Avenue alla novantottesima strada, nell’East Flatbush di Brooklyn, Bob Marley Boulevard.

Bob Marley è considerato dal suo popolo una guida spirituale e ogni 6 febbraio in Giamaica vi è una festa nazionale in suo onore.

Una notevole fonte di informazioni su Bob Marley come uomo, sulla sua religione, la sua musica e il movimento legato a lui si trova nel libro di Timothy White, titolo originale: Catch a Fire, in italiano: Bob Marley.

cos’è lockerz ??????

LOCKERZ.COM nasce nella prima metà del 2009 con l’obiettivo di creare un nuovo modo di fare “social networking“. In un solo sito, si vuole dare la possibilità agli iscritti di guardare video in esclusiva, comprare prodotti delle migliori marche, scoprire nuovi musicisti, divertirsi con incredibili giochi e, ovviamente, rimanere in contatto con i vecchi amici se non addirittura conoscere nuove persone da tutto il mondo.

Nulla di innovativo sin qui, se non fosse per il fatto che gli utenti sono PAGATI E PREMIATI per fare ciò che fanno gratuitamente su Facebook o Twitter.

La particolarità principale di Lockerz è che SI PUO’ ACCEDERE SOLO ATTRAVERSO L’INVITO DI UN AMICO. Se sei interessato all’ invito, mandami una mail a bergami.michael@gmail.com Nel giro di pochi minuti, riceverai una e-mail direttamente da me . NON DEVI ESSERE MAGGIORENNE.

  • Come si ottengono i premi? Cosa sono i PTZ? Che cosa si vince?

OGNI VOLTA CHE SI INTERAGISCE CON IL SITO, anche attraverso il semplice Log In quotidiano, SI RICEVERANNO DEI POINTZ, abbreviato in PTZ. Ad oggi, puoi guadagnare PTZ rispondendo alle DAILIES (semplicissime domande su temi d’attualità, che non richiedono l’iscrizione a terzi siti o download di software) o invitando altri amici ad iscriversi,

I PTZ sono la moneta virtuale di Lockerz e POTRAI SCAMBIARLI CON REGALI REALI: nell’ultima REDEMPTION (cioè il giorno in cui si possono riscattare i premi) del 2009, i regali disponibili partivano dalle consolle di ultima generazione (PS3, PSP, WII, XBOX 360) e arrivavano addirittura ad una VESPA! Passando, ovviamente, anche dagli ultimi Mac Book Pro e da schermi LCD da 40”. Per ricevere questi regali non è nemmeno richiesta la  carta di credito e simili: REGALO E SPEDIZIONE SONO TOTALMENTE A CARICO DI LOCKERZ! .

  • Lockerz è una truffa?

Molti, in Italia come all’estero, si sono schiesti se si trattasse del classico sito truffa, in gergo “SCAM”: in effetti sembra troppo bello per essere vero! Fra i premi già citati, il Mac Book Pro si porta via con 1500 PTZ ed una WII con 250: punti accumulabili, con un minimo impegno quotidiano, nel giro di un mese o due.

Sono gli stessi responsabili di Lockerz (fra cui Kathy Savitt, ex-top manager di Amazon) a rassicurarci su questo aspetto: nonostante il successo incredibile negli USA e, adesso, nel resto del mondo, il sito risulta essere ancora una Beta version (quindi, non definitiva). Vogliono quindi ringraziare i primi utenti per il loro lavoro di “collaudatori”. In futuro, i premi non scompariranno ma la soglia punti aumenterà.

L’affidabilità di questa struttura è inoltre garantita dalla Liberty Media, azienda leader nel settore dei media, di cui Lockerz fa parte. Se poi andiamo a cercare informazioni sul “fenomeno Lockerz” al di là dell’Oceano, possiamo ben immaginare gli enormi introiti garantiti dagli sponsor..

bene allora qui sotto ci sono scritti i vari procedimenti da fare :

1) mandatemi una mail a bergami.michael@gmail.com cosi’ vi manderò il modulo per la registrazione

2) informa un pò di persone su lockerz e comincia a invitare gli amici per ptz

3) ancora dubbi sull’affidabilita’ di lockerz fai un giro su youtube :

http://www.youtube.com/results?search_query=unboxing+lockerz&search_type=&aq=0&oq=UNBOXING+L


il caso di aldo bianzino

E’ morto il 14 ottobre senza l’onore dei telegiornali. L’autopsia ha riscontrato LESIONI CEREBRALI.
L’avevano arrestato perche’ coltivava erba.

Una persona tranquilla che amava fumare un po’ d’erba con gli amici.
Aveva zappato la terra e curato le sue piante: un’azione meritoria che danneggiava soltanto la criminalita’ organizzata.
Aveva una moglie e un figlio adolescente.
L’hanno arrestato e portato in prigione, messo in isolamento.
Come un assassino. Come uno stupratore. Come raramente succede a chi si ruba i miliardi dello Stato o quelli dei risparmiatori.

Pezzi di merda.
Cos’altro posso dirvi signori che vietate alla gente di farsi le canne e tollerate qualunque abuso e qualunque crimine lasciando liberi per un cavillo i peggiori mafiosi?
Adesso Aldo e’ morto.
Pare per un colpo in testa?
E’ scivolato?
Certo che e’ scivolato.
Come Pinelli, stefano cucchi ,  come tanti altri che sono entrati nelle vostre prigioni, cani rognosi, e sono usciti con i piedi in avanti.
Bastardi.

ecco i video :

http://www.youtube.com/watch?v=fHSE5Fe1ScE&feature=channel

http://www.youtube.com/watch?v=Kn6UZV_Cjss&feature=channel

http://www.youtube.com/watch?v=YCYQ2yGQukc&feature=channel

http://www.youtube.com/watch?v=66d3Scf9yh4&feature=channel

link del servizio fatto dalle iene :

http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/186055/casciari-bianzino-come-aldrovandi.html

questo post e dedicato ad aldo bianzino , stefano cucchi e molti altri che hanno subito vieolenze e ingiustizie dallo stato

ecco a voi un documentario sulla pianta piu criticata del mondo !!!

la pianta che potrebbe salvare il pianeta la : marijuana

cliccate i seguenti link :

http://www.youtube.com/watch?v=O9duADUY8GQ

http://www.youtube.com/watch?v=D4tBYRRGiiE&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=Quw3DRff4hM&feature=related

e questa sarebbe una droga ????? ahahahaha   è inlegale solo perchè comodità dello stato

ROMA – Ogni anno in Italia circa 25.000 decessi sono associati all’alcol e riguardano più di 27.000 uomini e circa 13.000 le donne.

La stima della mortalità alcolcorrelata prodotta nell’ambito delle progettualità internazionali dell’OMS coordinate dal Prof. Jurgen Rehm dell’Università di Toronto e realizzata per l’Italia in collaborazione con il Centro OMS per la Ricerca sull’Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità evidenzia un tasso di mortalità di 35 decessi su 100.000 abitanti per i maschi e di 8,4 decessi su 100.000 abitanti per le donne attribuibili all’alcol.

Sono i numeri illustrati oggi nel corso del convegno “Alcol prevention day 2007” organizzato a Roma dall’Istituto Superiore Sanità (ISS).

A tali decessi occorre aggiungere la quota relativa ai più giovani (circa 2000 quella a noi nota per gli incidenti stradali, prima causa di morte per i ragazzi). Circa il 10 % di tutti i decessi registrati nel corso di un anno (il 2002 preso come riferimento, considerati tutti i decessi di individui di età superiore ai 20 anni) sono da ritenersi, secondo gli esperti, decessi prematuri causati dall’alcol (l’11 % di tutti i decessi tra i maschi e il 5,2% tra le donne): decessi evitabili parzialmente o totalmente a fronte di un corretto atteggiamento nel bere.

Il numero dei decessi alcol-attribuibili è calcolata al netto dei possibili “guadagni” dell’effetto protettivo associato a bassi consumi di alcol (meno di un bicchiere al giorno).

Le condizioni che presentano la più elevata frequenza di mortalità alcol-attribuibile sono la cirrosi epatica e gli incidenti. Per i decessi da cirrosi epatica, il 47,7 % per i maschi e il 40,7 % per le donne sono attribuibili all’alcol; analogamente, il 26,35 % e l’11,4 % di tutti i decessi che riconoscono la causa di morte in un incidente sono alcorrelati. Il 5,31 % di tutti i tumori maligni maschili ed il 3,01 % di quelli femminili è attribuibile all’alcol.

Effetti positivi sono stati riscontrati anche nella riduzione dell’ansia e nella qualità del sonno

.

Nei pazienti colpiti da dolore neuropatico cronico, il fumo di cannabis ha un effetto analgesico, oltre a migliorare l’umore e il sonno. È questa la conclusione di un studio randomizzato i cui risultati sono ora pubblicati sulla rivista Canadian Medical Association Journal.

Il dolore neuropatico cronico è determinato da una disfunzione nella trasmissione dei  segnali nervosi ai centri cerebrali del dolore, in seguito a un trauma o a un’operazione chirurgica. Per questa condizione sono attualmente disponibili ben poche opzioni terapeutiche, tra cui la somministrazione di oppiodi, anticonvulsivanti, antidepressivi e anestetici locali. Questi trattamenti hanno tuttavia un’efficacia variabile da soggetto a soggetto; inoltre non sono privi di effetti collaterali e possono dare problemi di compliance da parte del paziente.

Un gruppo di ricercatori del McGill University Health Centre (MUHC) ha condotto un trial controllato e randomizzato per analizzare l’effetto analgesico della cannabis inalata in 21 soggetti di età maggiore di 18 anni affetti da dolore neuropatico cronico con differenti livelli di principio attivo (THC, rispettivamente, al 2,5, 6 e 9,4 per cento), controllati rispetto a un gruppo placebo.

I pazienti del gruppo di trattamento hanno riscontrato un miglioramento della qualità del sonno in misura proporzionale alla dose di THC assunta, mentre il dosaggio più alto è risultato correlato con una diminuzione dell’ansia e della depressione rispetto al gruppo placebo.

“Abbiamo riscontrato che 25 mg di cannabis al 9,4 per cento di THC assunti in una singola inalazione tre volte al giorno sono in grado di ridurre in modo significativo l’intensità del dolore rispetto al placebo in soggetti adulti con dolore neuropatico cronico post-traumatico o postoperatorio”, ha commentato Mark Ware, direttore dell’Unità per il trattamento del dolore del MUHC. “Abbiamo anche riscontrato miglioramenti significativi nei test che misurano la qualità del sonno e il livello di ansia.”

“Per quanto ne sappiamo, è questo il primo trial clinico su cannabis fumata da pazienti non ricoverati”, sottolineano gli autori. “chiaramente, occorreranno ulteriori studi su popolazioni più estese e sulla sicurezza del trattamento a lungo termine”. (fc)

fonte:  http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Fumare_cannabis_attenua_il_dolore_cronico/1344473

___________________________________________________________________________

Free YouTube to MP3 Converter, il lungo nome scelto da DvdVideoSoft per questo programma, spiega già di cosa si occupa: crea un file MP3 dalla colonna sonora di un video di YouTube. L’utilizzo è semplicissimo, anche perché non è possibile personalizzare in alcun modo il procedimentoYouTube è la fonte di video per eccellenza. Se stai cercando un filmato, non c’è sito migliore. Ma è anche un’ottima risorsa musicale. Molti videoclip sono pubblicati su YouTube direttamente dai produttori, e tanti utenti utilizzano canzoni e musiche più o meno note come colonne sonore dei loro video.

Proprio a questo devono avere pensato gli sviluppatori di Free YouTube to MP3 Converter, un’applicazione semplice e gratuita che ti permette di salvare la colonna sonora di qualsiasi filmato presente su YouTube. Free YouTube to MP3 Converter è ancora più facile da usare del noto servizio online VidtoMp3: ti basta inserire l’indirizzo web del video e selezionare una tra le quattro impostazioni predefinite di compressione, per avere un nuovo file MP3 pronto sul tuo computer.

Free YouTube to MP3 Converter è velocissimo. A meno di non aver problemi con la connessione Internet, bastano pochi secondi per scaricare l’audio dai video e creare il file. Peccato solo che Free YouTube to MP3 Converter permetta di convertire una sola colonna sonora alla volta e che non sia possibile personalizzare la qualità dei file MP3.

cliccate il link per scaricarlo :

http://free-youtube-to-mp3-converter.softonic.it/download