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ROMA – Ogni anno in Italia circa 25.000 decessi sono associati all’alcol e riguardano più di 27.000 uomini e circa 13.000 le donne.

La stima della mortalità alcolcorrelata prodotta nell’ambito delle progettualità internazionali dell’OMS coordinate dal Prof. Jurgen Rehm dell’Università di Toronto e realizzata per l’Italia in collaborazione con il Centro OMS per la Ricerca sull’Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità evidenzia un tasso di mortalità di 35 decessi su 100.000 abitanti per i maschi e di 8,4 decessi su 100.000 abitanti per le donne attribuibili all’alcol.

Sono i numeri illustrati oggi nel corso del convegno “Alcol prevention day 2007” organizzato a Roma dall’Istituto Superiore Sanità (ISS).

A tali decessi occorre aggiungere la quota relativa ai più giovani (circa 2000 quella a noi nota per gli incidenti stradali, prima causa di morte per i ragazzi). Circa il 10 % di tutti i decessi registrati nel corso di un anno (il 2002 preso come riferimento, considerati tutti i decessi di individui di età superiore ai 20 anni) sono da ritenersi, secondo gli esperti, decessi prematuri causati dall’alcol (l’11 % di tutti i decessi tra i maschi e il 5,2% tra le donne): decessi evitabili parzialmente o totalmente a fronte di un corretto atteggiamento nel bere.

Il numero dei decessi alcol-attribuibili è calcolata al netto dei possibili “guadagni” dell’effetto protettivo associato a bassi consumi di alcol (meno di un bicchiere al giorno).

Le condizioni che presentano la più elevata frequenza di mortalità alcol-attribuibile sono la cirrosi epatica e gli incidenti. Per i decessi da cirrosi epatica, il 47,7 % per i maschi e il 40,7 % per le donne sono attribuibili all’alcol; analogamente, il 26,35 % e l’11,4 % di tutti i decessi che riconoscono la causa di morte in un incidente sono alcorrelati. Il 5,31 % di tutti i tumori maligni maschili ed il 3,01 % di quelli femminili è attribuibile all’alcol.

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